Viaggio nei Balcani - Mostar, Bosnia ed Erzegovina
Bosnia ed Erzegovina

Mostar: cosa sapere e cosa vedere nella città del ponte

Attraversata dal fiume Narenta, Mostar è una delle città più famose della Bosnia ed Erzegovina. Spesso visitata dal turismo mordi e fuggi, secondo noi bisogna concederle almeno una notte. Nota in tutto il mondo per la sua storia recente, non è sicuramente un luogo da visitare superficialmente.
Ecco quindi cosa sapere e cosa vedere nella città del ponte.

Mostar è una città con più di 100.000 abitanti e con il suo stile arabesco, difficile da trovare in altri luoghi dell’Europa, è uno dei centri più importanti e famosi della Bosnia ed Erzegovina. Sorge sulle rive del fiume Nerenta, il quale nasce a circa 80 km da Sarajevo, attraversa la Bosnia, la Croazia, sfociando nell’Adriatico e dicono sia uno dei fiumi più freddi del mondo. L’emblema della città è il suo ponte, lo Stari Most, da cui prende il nome, che collega le due rive del fiume: la parte est e la parte ovest della città, il quartiere musulmano e il quartiere cristiano.

Questa città è stata la seconda tappa del nostro on the road nei Balcani, una meta che avevamo in mente da diverso tempo e che finalmente siamo riusciti a raggiungere. Ad essere sinceri avremmo voluto visitare di più della Bosnia ed Erzegovina, arrivando fino a Sarajevo, ma per questioni di tempo abbiamo dovuto optare per trascorrere qui solo una notte e limitarci alla visita di Mostar, così da non rischiare di visitare troppe cose troppo in fretta e non riuscire ad apprezzarle… vorrà dire che torneremo!

Mostar oggi è una città simbolo di pace, della rinascita bosniaca. E’ una città che ha sofferto, che ha visto morire migliaia di persone ma che, nonostante tutto, ha saputo rialzarsi. Durante la guerra è stata in gran parte rasa al suolo dai bombardamenti, sono state distrutte case ed edifici, e ancora oggi la città convive con le cicatrici che fanno ricordare a tutti le atrocità passate.

Segni della guerra sui muri delle case di Mostar
Alcuni palazzi di Mostar sono ancora segnati dalla guerra

Noi siamo nati in quegli anni, quindi la guerra nei Balcani l’abbiamo sempre e solo sentita raccontare, per questo motivo con la visita a Mostar abbiamo voluto approfondire ciò che è successo. Ci siamo quindi informati leggendo articoli e, una volta lì, abbiamo visitato un museo sulla guerra e il genocidio, cosa che ti consigliamo di fare se vuoi andare in questa città e in Bosnia ed Erzegovina in generale. Secondo noi queste zone non sono da visitare a cuor leggero.

Perciò, vista la premessa, prima di raccontarti cosa vedere a Mostar, vorremmo dedicare qualche paragrafo alla sua storia e quella del Paese.

La storia

La storia di Mostar inizia nel XV secolo, quando venne fondata dai turchi ottomani diventando poi il centro amministrativo dell’impero nella regione dell’Erzegovina. A fine ‘800, con il resto della Bosnia ed Erzegovina, venne annessa all’Impero Austro-Ungarico e successivamente entrò a far parte dello Stato degli Sloveni, dei Croati e dei Serbi, diventato poi Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni, diventato a sua volta Regno di Jugoslavia, poi Stato Indipendente di Croazia durante la Seconda Guerra Mondiale, per poi entrare nella Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia.

La guerra nei Balcani

Era il 1945 quando nacque la Repubblica, prima Federativa Popolare e poi Socialista Federale, di Jugoslavia. Era composta dagli attuali stati di Serbia, Montenegro, Slovenia, Croazia, Bosnia ed Erzegovina e Macedonia del Nord, con capitale Belgrado. E si trattava di un regime, che però con la morte di Tito nel 1980 iniziò a cedere, quando il nazionalismo delle singole repubbliche cominciò ad emergere.

Le prime due repubbliche ad aver chiesto l’indipendenza sono state la Macedonia e la Slovenia nel 1991. La prima ottenne l’autonomia in modo pacifico, mentre la seconda, nonostante nella costituzione federale fosse prevista la possibilità di secessione, vide intervenire l’esercito dell’Armata Popolare Jugoslava per impedire l’indipendenza. Si scatenò una guerra che però, grazie alla compattezza del popolo sloveno, si concluse rapidamente (viene infatti chiamata “guerra dei dieci giorni”) con la separazione definitiva da Belgrado l’8 luglio del 1991.

Diversamente avvenne invece per la Croazia e la Bosnia ed Erzegovina dove, in particolare per la seconda, la guerra è stata più complessa, lunga e sanguinosa, a causa delle tensioni tra le diverse etnie presenti sul territorio.

In Croazia, dove principalmente erano presenti Croati e Serbi, la guerra si fece tra queste due etnie. Infatti, in seguito al referendum indetto nel 1991, Belgrado decise di inviare le truppe dell’Armata Popolare Jugoslava sul suolo croato per non permettere che i territori abitati dai Serbi fossero divisi dalla madrepatria.

La guerra in Bosnia ed Erzegovina

L’anno successivo, mentre in Croazia continuava la guerra, anche la Bosnia ed Erzegovina, formata da Bosniaci (musulmani o bosgnacchi), Serbi (serbo-bosniaci) e Croati (croato-bosniaci), indisse un referendum nonostante la contrarietà dei serbo-bosniaci. Qui il 64% delle persone si espresse a favore dell’indipendenza, ma subito dopo la votazione l’Armata Popolare Jugoslava iniziò a schierare le sue truppe nel territorio bosniaco, al quale schieramento seguì la formazione di diverse organizzazioni militari e paramilitari in tutti i gruppi etnici.

Scoppiò quindi la guerra anche in Bosnia ed Erzegovina, che inizialmente vedeva Bosniaci e Croati contro i Serbi, ma poi anche Bosniaci e Croati si misero uno contro l’altro a causa di disaccordi sulla divisione dei territori, tanto che il centro storico di Mostar venne bombardato dai Croati, i quali distrussero intenzionalmente anche lo Stari Most il 9 novembre 1993.

La guerra si concluse nel 1995 con l’intervento della NATO e il successivo Accordo di Dayton. In questi anni però le vittime furono moltissime, circa 100mila, e per lo più bosgnacchi, causate da terribili operazioni di pulizia etnica e crimini di guerra.

Pietra don't forget Mostar
Pietra "Don't forget", un monito per non dimenticare la guerra

La ricostruzione

In seguito agli accordi di pace, la libera circolazione tra la parte cristiana e la parte musulmana della città di Mostar venne ristabilita nel 1996. Mentre nel 2004 terminò la ricostruzione del centro storico e dello Stari Most, i quali nel 2005 sono stati dichiarati Patrimonio UNESCO.

Nonostante la ricostruzione però i segni della guerra sono ancora evidenti e non passano inosservati. Sono diversi infatti gli edifici segnati dai proiettili e quelli ancora distrutti, forse lasciati come monito, per non dimenticare, come recitano le pietre posizionate in alcuni punti della città. La città infatti è stata quasi totalmente ricostruita, ma il ricordo delle atrocità è ancora presente. Basti pensare al fatto che la maggior parte delle persone non turiste sopra i 25 anni che incontrerai hanno vissuto sulla loro pelle gli orrori della guerra.

Come abbiamo letto anche in uno dei blog che abbiamo consultato prima di partire, questi luoghi sono da visitare con rispetto, perché non sappiamo cos’hanno vissuto le persone con le quali ci relazioniamo.

Mostar oggi

Oggi Mostar si presenta come una città molto bella e particolare, un po’ malinconica, ma che colpisce dritta al cuore. Abbiamo trovato molto interessante il quartiere musulmano, il Kujundziluk, che per chi è abituato alla cultura europea classica è un po’ d’impatto: negozi che vendono veli e abiti tipici, moschee e minareti. Bancarelle e profumi arabeggianti. Uno stile e una cultura che difficilmente si trovano in altre città d’Europa. All’ora della preghiera poi risuonano i muezzin in tutta la città, rendendo ancora più magica l’atmosfera.

Vie di Mostar
Per le vie di Mostar
Negozio di lampade a Mostar
Negozio di lampade a Mostar

Mostar: cosa vedere

Eccoci dunque ai nostri consigli su cosa vedere e fare a Mostar.

1 – Visitare un museo sulla guerra

Una delle prime esperienze che ti consigliamo di fare è quella di visitare almeno uno dei musei sulla guerra, per comprendere meglio la storia recente della città e del Paese. Ce ne sono diversi, tra mostre fotografiche e musei veri e propri. Noi siamo stati al Museo delle vittime di guerra e del genocidio, dove vengono spiegate le vicende, le situazioni che si venivano a creare e sono raccolti reperti e testimonianze a cui spesso è difficile rimanere emotivamente indifferenti. 

Museo delle vittime di guerra e del genocidio – purtroppo non siamo certi dell’esattezza della posizione su Google Maps, tra le foto presenti ci sono quelle del museo che abbiamo visitato, ma anche quelle di un altro, quindi ti consigliamo di non fare troppo affidamento a Maps e decidere una volta sul posto.

2 – Passeggiare per il centro storico

La zona più bella e suggestiva della città è sicuramente il suo centro storico, in particolare il Kujundziluk, ovvero il quartiere musulmano, a sinistra del ponte. Qui è d’obbligo passeggiare tra le vie ricche di bancarelle, un vero e proprio bazar dove si vendono lampade in vetro colorato, incensi, tessuti, gioielli, souvenir e oggetti artigianali di vario genere. 

La caratteristica che più ci ha colpiti del centro storico di Mostar è la convivenza pacifica tra le persone di diverse etnie e fedi religiose, dimostrata anche dalla quantità di chiese, sinagoghe e moschee presenti anche a pochi metri di distanza l’una dall’altra.

Mostar
Vista dalla moschea Koski Mehmed Paša su alcuni dei luoghi di culto di Mostar

3- Stari Most, il Ponte Vecchio

Il simbolo di Mostar, nonché un simbolo di rinascita. Il Ponte Vecchio risale alla metà del 1500, costruito da Solimano il Magnifico, oggi è il monumento più famoso della città e quindi anche l’attrazione più visitata. 

Come abbiamo detto poco più in su è stato completamente distrutto durante i bombardamenti nel novembre del 1993 e ricostruito nel 2004 e insieme al centro storico circostante è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità UNESCO nel 2005.

Si tratta di un’opera molto alta dove, fin dal XVII secolo, si svolgono strabilianti gare di tuffi. Durante la stagione estiva infatti non è strano trovare dei ragazzi che, facendosi spazio tra i turisti, si tuffano nel fiume Nerenta dalla sua cima (sono 25 metri di altezza!).

4 – Moschea Koski Mehmed Paša

Questa moschea risale al 1617 ed è la più conosciuta della città. Costruita in pietra bianca, è caratterizzata dal cortile con la fontana per le abluzioni, che fortunatamente non ha subito gravi danni durante la guerra. Diversamente dalle altre, questa moschea è possibile visitarla internamente e salire in cima al suo minareto, da cui si ha la vista più bella sullo Stari Most (vedi la foto in copertina a questo articolo) e sull’intera città.

Moschea Koski Mehmed Paša di Mostar
Minareto e fontana per le abluzioni della moschea Koski Mehmed Paša di Mostar

Il costo per l’ingresso nella moschea e nel piccolo giardino retrostante è di 7€ (settembre 2022). A parer nostro un po’ eccessivo come prezzo, ma la vista vale il sacrificio e soprattutto la fatica degli infiniti scalini per salire in cima al minareto. Unica nota: per chi soffre di vertigini potrebbe essere fastidioso. La scalinata è a chiocciola, stretta (ci passa solo una persona) e una volta in cima il terrazzino è piccolo. 

5 – Mangiare ćevapčići e baklava 

I prezzi per mangiare a Mostar sono decisamente bassi rispetto a quelli di altre città europee, ma a nostro avviso rimanendo lungo la via principale i prezzi nei ristoranti sono meno convenienti rispetto a quelli appena dietro l’angolo. Noi abbiamo cenato al Hindin Han, dove con circa 10 euro a testa abbiamo mangiato un piatto abbondante di ćevapčići, bevuto una birra da 0.5 litri e mangiato la squisita baklava, un dolce tipico balcanico, piatti che ti consigliamo di provare.

Come organizzare un on the road nei Balcani

Questo è quello che secondo noi c’è da sapere e da vedere a Mostar. Ci siamo dilungati un po’, ce ne rendiamo conto, ma prima di visitare la Bosnia ed Erzegovina per noi è doveroso essere consapevoli della sua storia. In conclusione comunque Mostar ci è piaciuta molto, ci ha fatto vivere un’esperienza e delle sensazioni nuove. E’ una città che si sta riscattando e che consigliamo a tutti di visitare. 

Per qualsiasi informazione su come organizzare un viaggio nei Balcani, invece, ti rimandiamo a questo nostro articolo, dove trovi tutto quello che c’è da sapere di pratico per organizzarsi:

Come organizzare un on the road nei Balcani

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