Weekend in Alsazia
Francia

Weekend in Alsazia | Tra i borghi più belli della Francia

L’Alsazia è quella piccola lingua di terra nel cuore dell’Europa dove il mix tra la cultura francese e quella tedesca ha creato un luogo da favola, tra villages con le case a graticcio, castelli e vigneti a perdita d’occhio. Una regione con un’alta concentrazione di borghi, alcuni dei quali nominati borghi più belli di Francia o addirittura scelti come borghi preferiti dagli stessi francesi. Ecco il nostro weekend in questa terra da sogno.

Un weekend in Alsazia

Erano quasi tre anni che non prendevamo l’auto per macinare ore e chilometri per raggiungere un luogo lontano, fuori dall’Italia, per esplorare posti nuovi e sentire quel senso di libertà che il superamento di ogni confine di stato ti dà. Per trovarci a parlare con persone che non conoscono la nostra lingua, per vivere esperienze, affrontare imprevisti e scoprire il mondo che ci circonda. E non potevamo scegliere meta migliore per ricominciare a viaggiare.

Abbiamo approfittato del weekend lungo del 25 aprile per attraversare il nord Italia, poi la Svizzera e arrivare in uno dei posti più straordinari che abbiamo mai visto: l’Alsazia. Qui abbiamo passato tre giorni letteralmente da favola. Si, perché visitare i borghi di questa piccola regione francese ti catapulta dentro una favola, un cartone della Disney, con le tipiche case a graticcio, castelli e immense distese di vigneti.

Weekend in Alsazia

Talmente bella da farci dimenticare il viaggio della speranza che abbiamo affrontato per raggiungerla: partendo da Treviso Google Maps segna circa 7/8 ore per arrivare a Colmar, probabilmente la città più famosa della regione, vicino alla quale abbiamo alloggiato e trascorso il nostro weekend in Alsazia, ma la sfortuna ha voluto che ci trovassimo bloccati per 3 ore nelle autostrade svizzere facendo allungare il viaggio per un totale di 11 ore. 

Ma nonostante tutto la scelta di raggiungere l’Alsazia in auto è stata la più saggia e quella che consigliamo (oppure arrivare in aereo e noleggiarne una), perché questa zona ha un’alta concentrazione di borghi considerati tra i più belli della Francia e per raggiungerli è meglio avere a disposizione un’auto. La distanza tra uno e l’altro è di circa 15-20 minuti, sono tutti visitabili in qualche ora ciascuno e sicuramente muoversi autonomamente è molto più vantaggioso.

Ecco come abbiamo suddiviso le nostre giornate.

Giorno 1 – arrivo a Ingersheim e cena a Turckheim

L’Alsazia ci si è presentata subito benissimo, si è fatta amare fin dal primo momento, fin dall’attimo in cui abbiamo passato il confine e i nostri sguardi si sono persi per la campagna francese, tra i vigneti e il giallo della colza. Facendoci esplodere il cuore dopo aver aperto la porta della nostra stanza con la vista sulle viti e al primo borgo visitato semplicemente per cenare, dove l’atmosfera magica ci ha fatto sembrare anche una semplice tarte flambée e un bicchiere di Pinot noire una cena magica, indescrivibile, in una favola nonostante fossimo nel primo ristorantino che abbiamo trovato (vista l’ora “tarda” non avevamo altre possibilità) e di cui ti daremo i dettagli alla fine di questo articolo.

Weekend in Alsazia
Ingresso a Turckheim

Come abbiamo scritto qualche riga più su, il viaggio per arrivare non è stato semplicissimo. Abbiamo attraversato la Svizzera e passando per Basilea siamo arrivati in Francia. La nostra prima meta è stata Ingersheim, appena fuori Colmar, dove abbiamo alloggiato per tutte e tre le notti. 

Da qui per cenare ci siamo spostati a Turckheim, dove come prima cosa abbiamo visto il primo di tanti nidi di cicogna con la sua occupante. Era proprio sopra la punta della torre d’ingresso al borgo, quasi a darci il benvenuto.

La terra delle cicogne

Perché il primo di tanti? L’Alsazia un tempo era conosciuta come “la terra delle cicogne” dato che ogni anno a primavera questi affascinanti uccelli emigravano nella regione. Circa 50 anni fa, però, a causa dei cambiamenti climatici e della caccia, hanno rischiato l’estinzione. Erano rimaste solamente 2 coppie, motivo per cui da allora sono stati istituiti parchi e riserve per il ripopolamento, grazie ai quali sono tornate ad essere circa 400 coppie. 

Ecco perché quello di Turckheim è stato il primo di tanti nidi: oggi sono tantissimi quelli posizionati sui tetti delle case e spesso sono visibili con i loro occupanti che non solo catturano l’attenzione per la loro grandezza e la loro insolita presenza, ma anche per il rumore che fanno battendo il becco e che riecheggia per le vie dei paesi.

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Cicogna e nido su un tetto a Requiwhir

La cena

Ma tornando a parlare di Turckheim, alle 20:45 per un soffio abbiamo trovato un ristorante aperto. Si, perché qui in Europa continentale (e in generale al nord) i ristoranti chiudono presto (ricordalo se non vuoi rimanere senza cena).

Qui, siccome la cucina stava chiudendo, non ci è stata data molta scelta sul menù e abbiamo mangiato la tarte flambée, una specie di pizza ricoperta di panna acida, cipolla e pancetta. La fine del mondo

È un piatto tipico di questa zona ed è possibile sceglierlo con diversi gusti. Noi siamo stati sul classico.

Finito di cenare con l’immancabile crème brûlée abbiamo fatto una passeggiata per le viette di questo piccolo borgo, ancora deserto per l’assenza di turisti e forse per questo ancora più affascinante. Qui in stagione turistica ogni sera alle 22 un uomo vestito con abiti d’epoca gira per le vie ad accendere i lampioni, cantando canzoni tradizionali.

Giorno 2 – Requiwhir, Ribeauvillé ed Egusheim

Requiwhir

Sveglia presto, colazione e via a scoprire i borghi dell’Alsazia. La prima tappa della giornata l’abbiamo dedicata a Requiwhir, un borgo da favola, in tutti i sensi. È da qui infatti che gli illustratori della Disney hanno preso ispirazione per disegnare il villaggio di Belle nel cartone de La Bella e la Bestia. E non sarà difficile capire il motivo visitandolo. Basta varcare una delle sue porte e ci si sentirà catapultati in un altro mondo, in una favola appunto, tra le sue case a graticcio, le insegne di ferro battuto fuori da negozi e ristoranti, le fontane e i suoi colori.

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Requiwhir
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Scorcio di Requiwhir

Siccome Requiwhir è uno dei borghi più turistici lo abbiamo messo come prima tappa seguendo i consigli di chi ci è già stato: per evitare le orde di gente è meglio andare la mattina presto o la sera, una volta che le persone se ne sono andate. 

Arrivati alle porte del borgo non abbiamo avuto scelta se non parcheggiare l’auto in uno dei parcheggi esterni e a pagamento. Per 2 ore abbiamo speso 3€, in alternativa c’è l’opzione 4 ore 5€ (prezzi aprile 2022). Non molto economico, ma ne vale la pena. 

Reaubevillé

Reaubevillé invece non ci ha fatto lo stesso effetto dei precedenti borghi. Caratterizzato anche lui dalle tipiche case a graticcio, le insegne e l’atmosfera surreale, è un paesotto più grande rispetto agli altri, che alterna antico e moderno in un modo secondo noi un po’ stridente. Anche Reabuevillé ha i suoi scorci che meritano, ma se dobbiamo fare una classifica dei posti che abbiamo visto durante il nostro weekend in Alsazia, questo è sicuramente all’ultimo posto. 

Ma chiariamo che si tratta di borghi che sono uno più bello dell’altro, quindi anche se all’ultimo posto della nostra classifica è comunque un bel paese da visitare.

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Reaubevillé

Egusheim

Infine Egusheim, il particolarissimo borgo concentrico che si sviluppa attorno al castello ottagonale. Le mura di questo villages sono state inglobate nelle case che circondano il paese formando due file concentriche, le quali creano una via che percorre tutta la circonferenza. 

Qui inoltre si trova lo scorcio probabilmente più fotografato e famoso dell’Alsazia. Questo:

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Scorcio di Egusheim
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Piazza principale di Egusheim

Giorno 3 – Colmar e Kaysersberg

Colmar

Il terzo giorno del nostro weekend in Alsazia lo abbiamo dedicato a Colmar, probabilmente la città più famosa della regione, soprattutto per i suoi mercatini natalizi (sui quali non possiamo esprimere un giudizio visto che siamo stati ad aprile). 

In questa zona però non si limitano a festeggiare solo il Natale addobbando la città, ma anche la primavera. Infatti abbiamo trovato Colmar, tutti i borghi e le singole case decorati con coniglietti, uova, fiocchetti e tutto ciò che richiama la stagione primaverile (e la Pasqua).

Ma tornando a parlare di Colmar, questa città è un gioiellino. Non è molto grande, ha circa 70mila abitanti, è caratterizzata dalle strade acciottolate, le case a graticcio (come un po’ tutta la regione dell’Alsazia) e dai corsi d’acqua che la attraversano. 

La visita alla città può durare qualche ora o una giornata, in base alle preferenze: noi abbiamo optato per fare solo un giro tra le sue vie e i suoi posti più iconici, ma volendo ci sono alcuni musei da visitare dove sicuramente ci si intrattiene per qualche ora in più.

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Colmar oltre ad essere famosa per la sua estetica lo è anche perché si tratta della città dove è nato Frédéric-Auguste Bartholdi. Scommetto che hai pensato “Certo.. e chi sarebbe scusa?”. Bartholdi è colui che ha ideato il simbolo di New York, la Statua della Libertà, donata dalla Francia agli Stati Uniti. Per questo motivo potrai vedere una sua riproduzione alta 12 metri nel bel mezzo di una rotonda appena fuori dalla città, oltre al fatto che uno dei musei prima citati è proprio quello su di lui, nella sua casa.

Infine, uno dei posti più conosciuti di Colmar è il quartiere soprannominato Petite Venise. Vediamo se indovini perché.

Petite Venise

Come ogni città con un corso d’acqua e le case che vi si affacciano, anche Colmar ha la sua “piccola Venezia”, ma se sei veneto come noi e sei abituato alla vera Venezia, non stupirti se non ti troverai d’accordo con questa denominazione. In ogni caso, opinioni personali sui soprannomi a parte, si tratta del quartiere più famoso della città ed ha comunque il suo fascino.

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Petite Venise - Colmar
Cosa vedere a Colmar

Giusto per fare un focus sui principali luoghi di interesse, sono molto interessanti (clicca sui nomi per aprire il luogo su Maps):

Kaysersberg

Come ultimo borgo, ma non per importanza, abbiamo visitato Kaysersberg, nominato Village préféré des francais nel 2017.

Qui a differenza degli altri borghi il paesaggio circostante è più collinare e sempre da qui partono diversi percorsi tra cui quelli per raggiungere Riquewihr e Ribeauvillé a piedi (nelle guide si parla di 4h). A dominare il village sono i resti del castello in cima alla collina, Château de Kaysersberg, e che volendo sono raggiungibili in una decina di minuti a piedi.

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Kaysersberg

Kaysersberg letteralmente significa “collina dell’imperatore” e gli è stato dato questo nome dopo che Federico II di Svevia nel XIII secolo lo ha acquistato. 

Il ponte fortificato

Quando siamo arrivati, se dobbiamo essere sinceri, non capivamo il motivo per cui fosse stato nominato come borgo preferito dai francesi, non ci sembrava così diverso dagli altri… finché quasi per caso abbiamo percorso la strada principale dall’inizio alla fine, da est a ovest, trovandoci di fronte ad uno degli scorci più belli che abbiamo visto in tutto il nostro weekend in Alsazia: il ponte fortificato con lo sfondo delle case affacciate su l’impetuoso fiume Weiss, che attraversa Kaysersberg. E qui ci siamo ricreduti, portando questo borgo a giocarsi il primo posto della nostra classifica personale con Requiwhir.

Una volta arrivati qui ci siamo ovviamente persi a fare mille mila foto, nonostante la pioggia, finché non è arrivata l’ora di andare a cena in un ristorantino individuato passeggiando per la via principale. 

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Vista dal Ponte Fortificato di Kaysersberg
La cucina alsaziana

A Kaysersberg è stata la volta della cena a base di piatti tipici un po’ più elaborati. La cucina alsaziana, come in generale la cultura della regione, è molto influenzata dalla vicina Germania e il motivo non sta solo nella distanza, ma anche nella storia, in quanto questa lingua di terra è stata molto contesa tra i due stati. 

Ecco perché oltre ai nomi più tedeschi che francesi, abbiamo trovato alcuni piatti tipici che abbiamo mangiato anche durante il nostro weekend in Baviera. Un esempio è stato lo stinco con degli gnocchi di purè di patate, stesso identico di quello mangiato a Bamberg. 

Un altro piatto tipico che ha preso Enrico è stata la choucroute alsaziana, a base di crauti e carne di maiale. Una cena di piatti leggeri insomma e il tutto accompagnato da un buon Riesling, uno dei tipici vini bianchi prodotti in questa regione.

Per concludere poi la giornata e il nostro weekend in Alsazia abbiamo fatto un’ultima passeggiata tra le vie deserte di Kaysersberg ancora lucide per la pioggia, osservando tutte quelle casette che sembrano uscite da una favola e che invece arrivano direttamente dal 1600, chiedendoci chissà quante persone hanno vissuto al loro interno in questi secoli.

Abbiamo infine salutato Kaysersberg per tornare al nostro b&b, dove con un po’ di malinconia per la partenza del giorno successivo abbiamo passato l’ultima notte e da dove la mattina dopo siamo partiti per tornare a casa, promettendoci di tornare in uno dei posti più belli che abbiamo mai visto: l’Alsazia.

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La tarte flambée, l'unico piatto che siamo riusciti a fotografare prima di finirlo 😂

Informazioni utili:

Abbiamo alloggiato a Ingersheim, al b&b aux pieds de vignes. Consigliatissimo per la cortesia dei padroni di casa e l’ottima posizione. La stanza si trova al piano di sopra della casa dei proprietari, ma l’accesso indipendente ti permetterà di gestire gli orari come vorrai. Da qui abbiamo potuto raggiungere tutti i borghi visitati in questo weekend in al massimo 15 minuti di auto.

A Turckheim abbiamo cenato al ristorante Stammtisch, dove ti consigliamo tarte flambée e Pinot Noire.

Ad Egusheim abbiamo cenato al ristorante Kas’fratz, molto rustico e a due passi dalla piazza principale.

A Kaysersberg abbiamo cenato al Restaurant du Château, un po’ più raffinato dei precedenti ed in pieno centro al borgo.

A tavola

Come abbiamo detto la cucina alsaziana è molto simile a quella tedesca, quindi gli ingredienti principali che troverai nei loro piatti sono patate, crauti, formaggio e carne. I principali piatti tipici sono:

  • tarte flambée
  • choucroute 
  • coq au Riesling, galletto cotto nel Riesling
  • foie gras, di cui l’Alsazia è patria

Inoltre l’Alsazia, coperta da distese immense di viti, è la terra di alcuni vini bianchi. I principali sono:

  • Riesling
  • Gewurztraminer
  • Pinot Gris
  • Pinot Blanc

Da sapere:

Ricordati che sei in Francia, dove sono famosi per il loro nazionalismo. Qui sono pochi quelli che parlano inglese (anche nelle zone turistiche) e nonostante la mole di turisti dal Belpaese nessuno parla italiano. Armati quindi di pazienza e impara qualche parola in francese, ma vai tranquillo che vi capirete comunque in qualche modo.

La vita in generale costa di più rispetto a noi, come tutti i paesi del nord Europa. Sappi che ad esempio l’acqua costa una follia. Al ristorante siamo arrivati a pagarla 6,40€ a bottiglia da litro (quasi quanto un quartino di vino). In compenso però spesso non ti chiedono il coperto. 

Per concludere

Costo della vita a parte, secondo noi l’Alsazia è uno di quei posti da vedere almeno una volta nella vita, possibilmente con le viti rigogliose in primavera o con le stesse colorate di rosso in autunno. 

Ragionando su come l’abbiamo vissuta, nel periodo natalizio merita per tutte le decorazioni e l’atmosfera di festa, ma con la bella stagione le possibilità di viverla sono maggiori: dai borghi in fiore a tutti i percorsi disponibili da fare sia a piedi che in bici. Dalle camminate che collegano un village all’altro, alla Strada dei vini che per 170 km attraversa l’Alsazia tra le viti toccando tutti i borghi più famosi.

Ci siamo dilungati tantissimo, lo sappiamo, ma ci sarebbero tantissime cose da dire nonostante sia stato solo un weekend. Concludiamo quindi sperando che questo articolo ti sia piaciuto e servito. 

Ti abbiamo convinto ad andare in questa caratteristica parte della Francia? Per qualsiasi domanda scrivici un commento qui sotto oppure alla nostra mail info@niamondo.it, saremo felici di risponderti e darti tutte le informazioni a nostra disposizione per aiutarti.

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