
A spasso per L’Aquila
Dopo aver visto molti bei posti nella provincia dell'Aquila nella prima giornata di viaggio, abbiamo passato buona parte del secondo giorno nel capoluogo, la città più importante e famosa della regione, e senza dubbi possiamo dire che merita assolutamente una visita.
Il primo impatto con L’Aquila è stato significativo. Vedere dalla periferia la collinetta dove si erge il centro storico della città costellato da gru ti porta immediatamente alle impressionanti immagini di anni fa che tutti abbiamo visto in tv e in molti hanno vissuto in prima persona.
Una volta arrivati abbiamo lasciato la macchina in un parcheggio appena fuori dal centro, di fronte a quella che, prima del terremoto, era una scuola superiore. Subito siamo stati travolti da uno sconforto che difficilmente avevamo già provato e che ci avrebbe poi accompagnati per il resto della visita alla città.
Appena entrati nel centro ci siamo resi conto che L’Aquila è quasi tutta in ricostruzione e per questo da molti viene definita come il cantiere più grande d’Europa. Siamo arrivati circa verso ora di pranzo e le prime vie dove siamo passati erano affollate da operai in pausa tanto che sembrava quasi fosse una città abitata da soli uomini.
Girovagando per le vie e cercando di capire quanto fossimo vicini al centro storico, come primo monumento abbiamo visto la Statua di Sallustio nella Piazza del Palazzo, ovvero la piazza che ospita la sede del comune. Proseguendo per le vie tra i palazzi ricoperti dalle impalcature, ci siamo trovati davanti alla Fontana Luminosa, nella piazza Battaglione degli Alpini, dalla quale si può ammirare il panorama sul Gran Sasso ma che purtroppo noi non abbiamo visto a causa della giornata uggiosa.
Lateralmente alla piazza appena nominata si trova il Parco del Forte Spagnolo nel quale, come si può immaginare dal nome, è presente il castello, ma prima di arrivare a questo abbiamo notato un moderno edificio in legno, l’Auditorium del Parco progettato da Renzo Piano e realizzato, grazie al contributo della Provincia Autonoma di Trento, dopo il terremoto del 2009 in segno di solidarietà. Questo auditorium è stato pensato dal famoso architetto subito dopo il sisma per offrire alla città un luogo in cui ricominciare a godere dell’arte e della musica.
Facendo qualche passo oltre la piazza dell’auditorium siamo rimasti affascinati dall’imponenza del Forte Spagnolo, un castello costruito per volere del vicerè Don Pedro da Toledo nel Cinquecento, utilizzando le più moderne tecniche di edificazione delle fortezze dell’epoca, durante la dominazione spagnola nell’Italia meridionale. La caratteristica principale di questa fortezza è la pianta quadrata con agli angoli dei bastioni a punta di lancia orientati nei quattro punti cardinali e non da meno è l’immenso fossato che circonda tutto il forte, il quale non è mai stato riempito d’acqua.
A causa del terremoto del 2009 il forte, progettato dall’architetto spagnolo Pedro Luis Escrivà, è stato gravemente danneggiato e tutt’ora non è agibile, ma nonostante ciò è tra i castelli meglio conservati in Italia.
Un’altra caratteristica della fortezza è il portale il quale, purtroppo, ora è per metà ricoperto dalle impalcature per il restauro dopo il sisma. In ogni caso, pur non completamente, è visibile la sua particolarità e si può notare lo stemma di Carlo V, l’aquila bicipite emblema degli Asburgo.
Proseguendo la nostra visita alla città, sempre passando tra impalcature e lavori in corso, siamo arrivati alla Basilica di San Bernardino, una chiesa del ‘400 nella quale sono custodite le spoglie di San Bernardino da Siena, Santo in onore al quale è stata eretta. Anche questa gravemente danneggiata dal terremoto del 2009 e dal 2015 è stata riaperta al pubblico, ma noi, con la poca fortuna che abbiamo avuto, l’abbiamo trovata chiusa e ci siamo potuti godere “solamente” la facciata esterna in pietra e l’enorme scalinata appena fuori della basilica, la Scalinata di San Bernardino.
Dopo la basilica volevamo vedere il duomo, ma con le strade chiuse non ci siamo capiti subito e ci siamo ritrovati a Porta Bazzano, dove ci siamo imbattuti in uno scenario a dir poco desolato e che ci ha segnati profondamente. Quella porzione di centro storico è completamente abbandonata, senza neanche i cantieri aperti, e le case sono ferme a quel giorno in cui la terra ha deciso di segnare le vite degli abitanti di questa città.
Camminando per queste vie ci siamo avvicinati al nostro obiettivo e ad un certo punto siamo sbucati nella Piazza del Duomo, la piazza maggiore dell’Aquila, nella quale sono presenti la Cattedrale dei Santi Giorgio e Massimo (il Duomo), la quale venne edificata nel Duecento ma subì diverse modifiche, e alla sua sinistra la Basilica di Santa Maria del Suffragio (o chiesa delle Anime Sante), anche quest’ultima gravemente danneggiata dal terremoto del 2009 e non ancora riaperta. Oltre alle due grandi chiese, in questa piazza sono presenti diversi palazzi tra cui il Palazzo Arcivescovile, sede dell’Arcidiocesi dell’Aquila, e il Palazzo delle Poste.
Arrivata una certa ora, siccome la prossima tappa sarebbe stata il Molise, ci siamo avviati verso la macchina. Nella strada di ritorno abbiamo però visitato la Basilica di San Giuseppe Artigiano, la quale si trova all’incirca dietro al duomo e anche questa gravemente danneggiata dal terremoto ma riaperta nel 2012. L’interno è completamente restaurato e, sempre all’interno, sono presenti le spoglie di Papa Celestino V, trasferite dalla Basilica di Collemaggio in via provvisoria nel 2013.
Altri due posti imperdibili di questa città sono la Fontana delle 99 Cannelle, alla quale siamo arrivati in macchina, ma è tranquillamente raggiungibile a piedi, e la Basilica di Collemaggio.
La fontana è molto bella ed affascinante e si trova in una delle zone più antiche della città, La Riviera, ed è stata eretta verso la fine del ‘200. E’ una piazzetta dalla forma trapezoidale, con tre lati chiusi da un muro dove uno dei tre fa parte della cinta muraria della città. Mettendosi al centro della piazzetta la sensazione che si prova è quasi surreale e questo grazie ai muri quasi a scacchi, ai 93 volti con la relativa cannella e alle 5 vasche ai piedi dei muri piene d’acqua.
Secondo la leggenda la fontana fu costruita per ricordare come nacque L’Aquila e cioè grazie ad un accordo tra 99 castelli della zona i quali decisero di unirsi tutti insieme sotto un’unica città. Ma allora perché ci sono solo 93 volti dai quali sgorga acqua? La fontana venne costruita in diverse epoche e solo in un periodo più o meno recente sono state aggiunte le ultime 6 cannelle per portare il numero totale a 99. Le 6 cannelle rimanenti sono senza volto e si trovano a destra della scalinata da cui si accede alla fontana.
Il tempo non è stato dalla nostra parte e con la pioggia battente, sempre in macchina, siamo arrivati alla prima citata Basilica di Santa Maria di Collemaggio, il simbolo della città, la quale è stata danneggiata dal terremoto ed è stata riaperta nel 2017. Rispetto al resto dei monumenti nominati prima, questa si trova su di un colle fuori dalla cinta muraria. La sua edificazione risale alla fine del ‘200 e dal 1327 ospita il corpo di Papa Celestino V il quale, come accennato prima, è stato temporaneamente trasferito nella Basilica di San Giuseppe Artigiano finché non si sono conclusi i lavori di restauro. Queste due basiliche insieme alla Basilica di San Bernardino vantano il titolo di basilica minore.
Da qui siamo partiti per il Molise, dove siamo arrivati in serata.
Con la visita a questa città abbiamo concluso il nostro vagabondaggio nella bellissima regione Abruzzo e per quello che abbiamo potuto vedere, L’Aquila è una città che sta rinascendo e deve dare l’esempio a tutti quei borghetti che hanno vissuto l’incubo del terremoto.
Abbiamo lasciato in Abruzzo un pezzo di cuore e speriamo di trovare questa regione nel suo massimo splendore la prossima volta che torneremo!
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